martedì 5 dicembre 2017

Si salvi chi può







Sono sveglio da due ore, e il portiere è già alla porta. 
Mi ha trovato solo al davanzale, a fumar la sigaretta.
L'ho guardato stranamente.
Avevo altro per la mente.

Pensavo esser solo il caso di tornare giù in cantina, dove l'altro giorno ha posato, la sua sedia, la vicina.
Certe cose sono strane; fan pensare solo a cose poco chiare.
Il problema è sempre quello: cosa fare ogni sera nel tinello.

Scender presto la mattina, non è cosa assai carina.
Alzarsi tardi, poi, la sera; è quasi sempre cosa seria.

Il dilemma ormai fatale, ancor risuona ormai da tempo, lungo il viale, di rimpetto, il mio appartamento.
Di siffatte dicerie, è pieno il mondo, e anche le zie.
L'unica ragione ancor che vale, è riempir la calza per Natale.
Sempre che, a mia insaputa, tu non colga sola una vittoria, mai sperata.

Alla fine ci pensavo, sei soltanto brava a commentare, a rincorrere bugie; dette apposta per ferire.
Per non correre più il rischio, di restare fuori dal promiscuo.

Ma che strana questa convinzione, di esser solo un coglione.
Di essere il solo disperato; or presente nel creato.
Ma suvvia non farne una pazzia, se io scappo, con la borsa, all'osteria.
Si va bene, io gioco a carte.
Dai.
Già non sono un gran brigante.
















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