Ho vagato a lungo, l'altra sera.
Ho incontrato un uomo uscire di galera.
Era solo e un po' smagrito; e sul volto un occhio un poco strano.
Mi ha colpito l'andatura.
Zoppicava ed era scura; quella ruga sulla fronte, che ho pensato: chi ho di fronte.
Mentre intorno la paura si faceva strada, mi ha fermato.
Cosa strana.
Io non sono un malandrino.
Era in cerca di un bicchier di vino.
Poi mi ha detto: sa Signore. Ero proprietario di un albergo a ore.
Un bel giorno, a mia insaputa, ho trovato quella ricevuta.
Il mio socio, per dispetto, non aveva più rifatto il letto.
Non aveva consegnato il volantino, al commissariato più vicino.
Quindi son finito dentro, tra le mura di cemento; di questo postaccio infame, dove più nessuno ha ancora fame.
Non ha sete e non ha sonno; aspettiamo tutti il grande giorno.
Tra una sigaretta e l'altra, passa piano ogni minuto; passan piano le giornate, e diveniamo genti disgraziate.
Siamo solo dei reietti, per il mondo, fuori, che va avanti.
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