martedì 30 gennaio 2018
lunedì 29 gennaio 2018
sabato 27 gennaio 2018
Deve ancora sorgere il tuo sole
Mi hai tenuto stretto sotto le lenzuola,
mentre fuori era ancora sera.
La tua mano scivolava piano,
e i tuoi occhi li vedevo soli.
Il tuo viso ancora bello,
guardava diritto il campanello;
di questa casa un po' banale.
Sei tornata con un fiore al suo capezzale.
venerdì 26 gennaio 2018
Sta di nuovo male il gatto
Sta di nuovo male il gatto,
mi ha svegliato alle quattro;
sta mattina sono sveglio,
e poi è stato sempre meglio.
Ieri sera hai preso il treno,
sei arrivata in un baleno;
i tuoi bagagli alla stazione,
li hai portati sotto il portone.
La domestica non c'era,
era corsa giù alla fiera;
li hai riposti nel landrone,
sono lì da otto ore.
Ora dormi sogni belli,
e non sciogli mai i capelli;
io mi sento un poco escluso,
dal tuo mondo ormai sicuro.
Sono un poco stravagante,
non mi metto le mutande;
sei sicura del successo,
quando entri tosto a letto.
Non ho più la giovinezza,
che mi dice sicurezza;
ora sono più maturo.
Ma perché c'è sempre un muro?
Perché mi tradisci ancora,
col tuo amico qualche ora;
fai ben presto un'altra scelta,
perché qui non è più festa.
martedì 23 gennaio 2018
Spegni quella luce accesa
Ti ho incontrata l'altra settimana,
con la faccia rossa e la sottana.
Stavi appresso al treno,
che correva piano a ciel sereno.
Poi di colpo hai detto basta;
certo, tu hai le mani in pasta.
Sei codardo e mal dicente:
svergognato e irriverente.
Non sei proprio un gran bel tipo,
non ti muovi neanche se alzo il dito.
Senti, cara, sai che fare;
senza me nel casolare.
Prendi presto i tuoi bagagli,
e esci tosto dai miei sguardi.
lunedì 22 gennaio 2018
venerdì 19 gennaio 2018
Sono solo fatti tuoi
Son rimasto a letto tutta notte,
con te che piangevi piano.
Non è vero che son stato,
con la tipa, quella del prato.
Mi aveva solo avvicinato,
per sapere se ero solo.
No, le ho detto, son sposato,
con mia moglie tutta bionda.
Son da sempre ormai impegnato,
con la donna che mi ha amato;
anche quando, la fortuna,
era scesa giu in cantina.
Non c'è modo di spiegarti,
che non me ne frega niente,
di ste donne, tutte rosse,
e solo fragola e cannelle.
E non sono le stagioni, che rifuggo ogni volta,
per star bene e consolarmi;
della mia cattiva sorte.
Non parlavo mai di te,
neanche al bar vicino il duomo.
Credo cosa personale,
un rapporto mai banale.
Se però tu ora credi,
che son stato io a cantare;
quella sera che hai udito,
maltrattar le tue sottane.
Già mi sento assai abbattuto,
perché credo che sia stata,
solo la mia incomprensione;
di un periodo un po' sfigato,
e per niente e mai scordato.
D'altra parte avevi un'altro,
e non eri mai nel dubbio;
che io stavo senza un soldo,
perché Franco era sconvolto.
Son successi tanti guai,
in quel mio periodo nero;
che stanotte, adesso parto,
con il primo treno.
Non v'è cosa assai peggiore,
di una moglie che non vuole;
un po' per forza e per dolore,
ricordare certe ore.
Quei momenti sol felici,
che abbiam passato insieme;
e che son stati fortunati,
per lunghissime giornate.
Non ti accuso e qui non sbaglio,
a lasciarti proprio adesso;
quando vuoi lo sai che sono,
sempre pronto a ritornare.
Una cosa voglio dire:
sei spesso di malumore,
e non credo io riesca,
ad alleviar questo dolore.
Sono solo fatti tuoi,
perché poi non parli mai;
e io resto come un 'ciulo',
sempre e solo in mezzo ai guai.
con te che piangevi piano.
Non è vero che son stato,
con la tipa, quella del prato.
Mi aveva solo avvicinato,
per sapere se ero solo.
No, le ho detto, son sposato,
con mia moglie tutta bionda.
Son da sempre ormai impegnato,
con la donna che mi ha amato;
anche quando, la fortuna,
era scesa giu in cantina.
Non c'è modo di spiegarti,
che non me ne frega niente,
di ste donne, tutte rosse,
e solo fragola e cannelle.
E non sono le stagioni, che rifuggo ogni volta,
per star bene e consolarmi;
della mia cattiva sorte.
Non parlavo mai di te,
neanche al bar vicino il duomo.
Credo cosa personale,
un rapporto mai banale.
Se però tu ora credi,
che son stato io a cantare;
quella sera che hai udito,
maltrattar le tue sottane.
Già mi sento assai abbattuto,
perché credo che sia stata,
solo la mia incomprensione;
di un periodo un po' sfigato,
e per niente e mai scordato.
D'altra parte avevi un'altro,
e non eri mai nel dubbio;
che io stavo senza un soldo,
perché Franco era sconvolto.
Son successi tanti guai,
in quel mio periodo nero;
che stanotte, adesso parto,
con il primo treno.
Non v'è cosa assai peggiore,
di una moglie che non vuole;
un po' per forza e per dolore,
ricordare certe ore.
Quei momenti sol felici,
che abbiam passato insieme;
e che son stati fortunati,
per lunghissime giornate.
Non ti accuso e qui non sbaglio,
a lasciarti proprio adesso;
quando vuoi lo sai che sono,
sempre pronto a ritornare.
Una cosa voglio dire:
sei spesso di malumore,
e non credo io riesca,
ad alleviar questo dolore.
Sono solo fatti tuoi,
perché poi non parli mai;
e io resto come un 'ciulo',
sempre e solo in mezzo ai guai.
giovedì 18 gennaio 2018
mercoledì 17 gennaio 2018
martedì 16 gennaio 2018
Ma come fanno i Marinai
Sono sveglio dalle quattro di sta notte, avevo visto un tale fare a botte.
Dentro il sogno, è risaputo, a ogni perla il suo cornuto.
Si batteva per la moglie, che aveva anche le doglie.
Non son cose troppo allegre, quando hai le gambe tese.
Io correvo tanto forte, e la scena è scivolata via; senza dire una bugia.
Ma la sorte di quel tale, è finita in ospedale.
Poi non ho saputo altro, perché son saltato su di soprassalto.
Col fiatone sono arrivato qui in cucina.
Non c'è più la caffettiera.
lunedì 15 gennaio 2018
Come quando fuori piove
Era una serata lenta;
zucchero, cannella.
Una cena un po' violenta.
Sono uscito nel cortile,
ed ho preso sù il badile.
Poi quel tale maledetto,
si è ficcato contro il letto;
ché diceva a sua sorella,
lei, lo sai, è tanto bella.
Ma, di colpo, mi ha lasciato;
per Alfredo, il disgraziato.
Mi son messo giù in cantina,
per guardar la serratura;
che alla fine sempre fosse,
chiusa a chiave per tre volte.
Mi son steso sul divano,
sempre con le mani in mano.
E alla fine della notte,
sono uscito.
Sai le botte?
Non aveva più il badile,
ma un coltello assai sottile;
che per non tirarmi dentro,
son scappato via col vento.
L'ho trovato senza fiato:
era anche assai ubriaco.
Poi di colpo chiede scusa;
c'è uno scambio di persona.
Ora che ti guardo dritto,
hai quell'occhio quasi fisso.
Non hai proprio un grande naso,
e non sembri peruviano.
Sei cinese o forse no;
ma non hai quel che non ho.
Non mi piaci quasi niente,
hai una perla ed un diamante.
Hai una Rolls per compagnia;
sei soltanto roba sua.
Io non ho di tal pretese,
ho una moglie assai cortese.
Non mi importa dei tuoi soldi;
son felice nei paraggi.
Non mi va più di viaggiare;
va soltanto lei al mare.
Resto a casa con il gatto;
gioco a carte senza il quarto.
domenica 14 gennaio 2018
sabato 13 gennaio 2018
venerdì 12 gennaio 2018
Grazie a tutti per le numerose visite
Siam riusciti ad arrivare, a Singapore vicino al mare
Dalla Russia con furore, l'Ucraina è la migliore
Il Perù e tutti quanti, si son messi pure i guanti.
E l'Europa, un po' sorpresa, non è certo rimasta appesa.
Poi l'America è lontana, anche una settimana.
L'Inghilterra e anche la Cina, fan merenda la mattina.
Volo di un'aquila
Ho incontrato, dopo tempo, quel mio amico sempre intorno.
Stava proprio al davanzale, del soggiorno ormai fatale.
Il vicino mi ha avvisato, era stato disgraziato;
ma ora vedo con sospetto, che ora sta dentro il tuo letto.
E la donna della spesa, canta sempre e non da sola;
quel motivo assai stridente, di un amore consolante.
giovedì 11 gennaio 2018
mercoledì 10 gennaio 2018
Siamo tutti un po' filosofi
Sono ancora in ospedale.
Non sto bene e non sto male.
Quel paziente, poveretto,
sai: non han rifatto il letto.
La parente affezionata,
mi ha chiamato a sua insaputa;
ha richiesto, gentilmente,
l'ultimo stuzzicadenti.
Io, per me, e un po' cretino,
ci ho provato da vicino.
Non che fosse tanto bella,
ma la sera era ideale;
per dividere un boccone,
senza sempre quel trombone.
Presto, poi, mi ha allontanato;
da tutto quanto il vicinato.
In corsia non si fa altro,
che parlare di quel guanto.
E la figlia del vicino,
gira senza l'orecchino.
A sto punto mollo il colpo,
anche se non son sconvolto.
Sono vecchio e ormai sicuro,
più nessun mi ha preso in giro.
Oramai anche la gente,
parla poco ed è silente.
Io, per contro, sento poco,
non mi tocca neanche un poco.
martedì 9 gennaio 2018
lunedì 8 gennaio 2018
Andrea
Era un tale ben vestito.
Si curava sempre il dito.
In un mattino di Primavera,
gli era sfuggita una parola.
Si era detto: ora faccio;
quel mascalzone che non sono.
Corro appresso e dico in giro,
che son solo un gran straniero;
con la faccia malandrina,
ma il vestito sempre nero.
Piano pino, poi, l'idea;
è diventata un'ossessione.
Anche per la Polizia...
Sono solo un gran coglione.
Me le invento, e poi ci credo;
che son rogne per davvero.
Non riesco più un minuto,
ad uscire dalla parte;
di chi ancora crede,
che è più bello esser Gigante.
Non un tale come un altro,
ma un Sultano riverito;
a cui manca e solo quello,
un coniglio nel cappello.
Sai ce ne son molti,
a cui risuona nel cervello,
quel lontano carosello,
che ci rende più sicuri.
Più vicini alle coperte,
che ci son mancate sempre;
più vicini al davanzale,
per vederla ritornare.
domenica 7 gennaio 2018
A questa normaità preferisco la follia
Era un tizio arrugginito, anche con la ruga sopra il viso.
Era un tale maledetto, non scendeva mai dal letto.
Poi quel giorno, d'improvviso; si è scassato un dito.
Corse in fretta all'ospedale.
Non c'era già più niente da fare.
sabato 6 gennaio 2018
venerdì 5 gennaio 2018
Aladino e il Genio della Lampada
Dopo averti salutata, sono uscito di filata.
Sulle scale era buio, non si vede neanche il muro.
Il tuo vicino ambulante, vende a tutti il suo croccante.
Dice: è buono, e assai saziante; questa è cosa da gigante.
Io di soldi no ne ho molti, ma li ho spesi tutti quanti; in un giorno un po' noioso, ed il tempo è ventoso.
Spero proprio sian finite, queste feste non gradite.
Spero che la frenesia, corra forte e scappi via.
Non capisco poi il perché, si fa' festa senza il Re.
Senza neanche una Regina che gli faccia compagnia.
Senza sudditi o briganti, non fa gola neanche ai Santi.
E sulla strada del ritorno, ho incontrato Perdigiorno.
Era triste e sconsolato.
Non sarà più in compagnia, di tant'altri e così via.
Non ci sarà più neppur l'altare.
Neanche l'abito talare.
Per la massa ora prevedo, giorni grigi e notti amare.
Per i bimbi, poi, si sa.
E' pur festa qua e là.
giovedì 4 gennaio 2018
mercoledì 3 gennaio 2018
martedì 2 gennaio 2018
Niente trippa per gatti
Mi ricordo quella sera con quel tale.
E' passata tutta a pane e sale.
Era l'unica cosa rimasta.
E del caffè solubile nella dispensa.
Poi mi sono addormentato.
Ed il gatto in braccio sul divano.
La mattina quando mi sono ripreso.
Ho trovato un tuo biglietto appeso.
Eri appena stata in banca.
Certo avevi il mal di pancia.
Io non sono certo abituata.
A vivere con te la vita sempre scombinata.
Non perché ti voglia male.
Ma ritorno presto in ospedale.
Torno al mio lavoro ormai sicuro.
Sbatti pure il muso contro il muro.
Io non ho capito molto.
Non pensare di avermi sconvolto.
Come te di donne ce né tante.
Alla fine chiedi il tuo diamante.
Non son l'uomo giusto per nessuna.
Questa è sempre stata la mia più grossa fortuna.
Non mi hai mai potuto rinfacciare.
Di prometterti una casa al mare.
Non puoi dirmi 'disonesto'.
Te l'ho detto subito: 'sono poveretto'.
Voi che siete stolti di sicuro.
Non riuscite a vivere senza quel muro.
Senza quella vostra convinzione.
Che è il denaro l'unico padrone.
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